Lombardia in «zona arancione»: chiudono bar, ristoranti e musei

I dati sulla diffusione del Covid analizzati dalla cabina di regia: nuova stretta per arginare il dilagare delle varianti. Fontana: «Superare questo stillicidio settimanale»

Orange is the new black. Bar e ristoranti tornano ad abbassare la saracinesca e a vedere nerissimo. Quell’«effetto interruttore» temuto dalla categoria più colpita dalle misure anti-Covid, che ormai, anche per colpa di qualche furbetto del bicchierino, si ritrova a lavorare a settimane alterne. Neanche il tempo di riaccendere un barlume di speranza culturale e tornano chiusi anche i musei. La Lombardia torna in fascia arancione. E succede per il paradosso dell’attualità dei dati. Quella che in Regione invocavano fino a qualche settimana fa per dimostrare che il presente era meglio del passato più prossimo. È l’inganno dell’Rt, che l’Istituto superiore di sanità calcola retrodatato alla settimana precedente. Oggi avviene il contrario, con gli indici lombardi che appaiono meglio di quello che in realtà (purtroppo) sono.

La spinta dei focolai degli ultimi giorni rendono peggiore la situazione di quello che in realtà l’ultimo monitoraggio racconti. Motivo per cui al Pirellone grida allo scandalo per una fascia di colore più restrittiva. Con i contagi che aumentano al pari della temperatura e quindi della vita sociale di una Milano tornata fin troppo da bere.