
di Redazione Online
La somministrazione del vaccino anglo-svedese è stata sospesa in alcuni Paesi europei, Italia compresa. Perché e cosa succederà

La somministrazione del vaccino AstraZeneca è stata sospesa, in via precauzionale e temporanea, in Italia e in altri Paesi europei, fra i quali Germania, Francia e Spagna. La decisione, presa lunedì, segue quelle di Danimarca, Norvegia, Irlanda e altri. Martedì si è accodata anche la Svezia.
La posizione di Aifa ed Ema
Come detto, lo stop è temporaneo ma desta preoccupazioni sulla prosecuzione delle campagne vaccinali — l’Italia, come ha scritto Lorenzo Salvia sul Corriere, ha opzionato 40 milioni di dosi AstraZeneca che andrebbero consegnate entro il 20 settembre per raggiungere l’obiettivo dell’80% di italiani vaccinati entro la stessa data — e sulle ricadute sulla fiducia delle persone, sia quelle a cui verrà inoculato AstraZeneca sia quelle che riceveranno altri vaccini per il coronavirus o per altre malattie.

A questo proposito è bene riportare le rassicurazioni sia dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), un giorno prima dello stop, sia dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), ribadita anche nelle ultime ore: «L’allarme legato alla sicurezza del vaccino non è giustificato» e «dobbiamo continuare a credere nel valore di questi vaccini, il rapporto fra il beneficio e il rischio resta favorevole».
È stato inoltre sottolineato più volte che chi ha ricevuto la prima dose non ha ragione di essere preoccupato. E al momento non c’è alcuna prova che alcun decesso sia stato causato dal vaccino AstraZeneca.
Per quello che riguarda le campagne di tutta Europa, la Commissione europea ha stretto un accordo con BioNTech-Pfizer per la consegna accelerata di 10 milioni di dosi per il secondo trimestre dell’anno. Le dosi totali supereranno così quota 200 milioni.
I dati del Regno Unito e di AstraZeneca
Come siamo arrivati a questo punto? I dati di Paesi come il Regno Unito non lasciano dubbi sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca: le somministrazioni sono state più di 11 milioni. Nel rapporto settimanale aggiornato all’8 marzo, sono stati segnalati tre decessi e 45 trombosi, che non vuol dire che ci sia un nesso di casualità che lega il vaccino alle morti o ai disturbi. In caso contrario, invece, i britannici avrebbero assistito all’aumento di eventi avversi in concomitanza con l’aumento delle persone vaccinate (lo ha spiegato qui Silvia Turin).
Anche la causa farmaceutica, che ha comunicato 17 milioni di somministrazioni, è arrivata alla stessa conclusione: non c’è alcuna «evidenza di un aumento del rischio di embolia polmonare, trombosi venosa profonda o trombocitopenia , in qualsiasi fascia di età, sesso, lotto o in un determinato Paese».
Le osservazioni della Germania
Questo ci porta alla decisione della Germania, che — come spiega Monica Guerzoni sul Corriere — ha contribuito alla reazione immediatamente successiva degli altri Paesi europei, Italia compresa.
In Germania sono state somministrate 1,6 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca; sono stati segnalati stati sette casi di trombosi cerebrale, tre dei quali fatali.
Basandosi sulle osservazioni del Paul Ehrich Institute, secondo cui ci sarebbe «un aumento di una particolare forma di rara trombosi venosa cerebrale (qui Silvia Turin spiega di cosa si tratta, ndr), in collegamento con mancanza di piastrine» e che consiglia di rivolgersi a un medico dopo quattro giorni di disturbi dopo l’inoculazione, il ministro della Salute tedesco Jens Spahn ha spiegato che «si tratta di un rischio molto basso, ma se c’è un legame con il vaccino è sproporzionato».
Questo vuol dire che, se venisse dimostrata una correlazione tra il vaccino e l’effetto collaterale — i decessi e la trombosi sopracitata —, potrebbe esserci quell’aumento di eventi avversi in concomitanza con l’aumento delle persone vaccinate di cui parlavamo prima. Ma nel Regno Unito, dove i casi di trombosi venosa cerebrale segnalati sono tre, questo aumento non è stato riscontrato.
Nell’intervista a Margherita De Bac, presidente di Aifa Giorgio Palù ha inoltre spiegato che la correlazione è tutta da dimostrare e sono molte le variabili da prendere in considerazione: «Bisognerà vedere se le donne morte in Germania avevano condizioni che predisponenti la trombosi come l’assunzione di pillola anticoncezionale oppure altre alterazioni di base della coagulazione». Insomma, cautela.
IL CASO ASTRAZENECA, IN ITALIA E IN EUROPA
L’Italia e AstraZeneca
Anche l’Italia sta indagando su una serie di decessi a proposito dei quali — è bene ripeterlo fino alla noia — non è ancora stata dimostrata alcuna correlazione, se non temporale, con la somministrazione di AstraZeneca e che hanno portato al blocco di due lotti (uno da parte di Aifa e uno da parte del Piemonte) che ha preceduto la sospensione del vaccino di lunedì.
Saranno i risultati definitivi delle autopsie, esami istologici compresi, a chiarire la causa della morte di persone che non avevano patologie pregresse note e avevano un’età compresa fra 40 anni e i 60 anni. Per ora quelli preliminari sui casi di Giuseppe Maniscalco (54 anni) e Vincenzo Russo (58 anni) non hanno individuato alcuna correlazione fra morte e vaccino.
Secondo l’ultimo rapporto di Aifa sulla sorveglianza dei vaccini aggiornato al 26 febbraio, in Italia sono state somministrate 255.563 dosi di AstraZeneca (a lunedì 15 marzo erano diventate 1.093.000, e un altro milione era stato consegnato ma non era ancora stato somministrato) e le segnalazioni di reazioni sospette avverse ogni 100 mila somministrazioni sono state 326. Nel caso del vaccino di Moderna 333 e in quello di BioNTech/Pfizer 769. Inoltre, come ha scritto Cristina Marrone, «in Italia ci si può attendere circa 60mila casi di tromboembolia all’anno, 1.150 alla settimana, 166 al giorno» indipendentemente dalla vaccinazione.
La riunione dell’Ema
Cosa può succedere adesso? I Paesi europei e la Commissione europea attendono la valutazione dell’Ema. L’Agenzia si riunisce oggi e ha indetto per giovedì «una riunione straordinaria per trarre conclusioni dalle informazioni raccolte e su eventuali ulteriori azioni che potrebbe essere necessario adottare». Nella sua nota, l’Ema ha citato la trombosi in collegamento con mancanza di piastrine individuata in Germania.
Palù ha detto che «è improbabile un nesso causale diretto tra vaccinazione e decessi. Al massimo potrebbe esserci una concausa nel senso che i problemi potrebbero riguardare solo persone predisposte a sviluppare queste patologie. La autorizzazione ad AstraZeneca da parte di Ema è stata data condizionatamente ad una costante valutazione rischi/benefici. L’agenzia e le autorità sanitarie nazionali svolgono un’azione di stretta sorveglianza proprio per intervenire rapidamente».