Bibi potrebbe governare solo con i 7 seggi del rivale Bennett

Benyamin Netanyahu vota © EPA

Israele di nuovo senza una maggioranza chiara nelle quarte elezioni in due anni. Questa la fotografia scattata dai primi exit poll diffusi in serata a chiusura delle urne.

Il Likud di Benyamin Netanyahu resta il primo partito con 33 seggi, ma non sfonda, malgrado il successo della campagna vaccinale nel Paese. “E’ stata una vittoria gigantesca per la destra e per il Likud”, dice il premier Benyamin Netanyahu. “E’ chiaro – ha aggiunto – che una netta maggioranza dei cittadini di Israele è di destra e vuole un governo di destra. E questo è quello che faremo”. “Ai cittadini di Israele – ha concluso – dico grazie, mi avete un dato un grande successo”.

Al secondo posto il centrista Yair Lapid con 16 seggi, mentre il suo ex alleato Benny Gantz risale fino a 8 seggi. Il fronte eterogeneo anti-Netanyahu – secondo i dati di Canale 13 – raggiunge sulla carta i 59 seggi (due in meno dei 61 necessari per la maggioranza alla Knesset) mentre il blocco del premier si ferma a 54. L’outsider di destra Naftali Bennett con i suoi 7 seggi potrebbe portare acqua al mulino del rivale Netanyahu, ma la strada si preannuncia in salita. Il voto è stato contraddistinto dalla più bassa affluenza dal 2009: alle 20 era quasi il 5% in meno dello scorso anno.

E sembra riguardare soprattutto il settore degli arabo-israeliani: pare abbia registrato un circa 10% in meno. Per questo tutti i partiti – soprattutto quelli minori, sia a destra sia a sinistra, preoccupati di non oltrepassare la soglia di sbarramento del 3,25% – hanno esortato incessantemente la gente andare a votare. Ma anche nei seggi destinati ai malati di covid e alle persone in quarantena – nonostante il grande dispendio di energie e di mezzi messi in campo dallo Stato in quelle che sono state le elezioni più costose della storia di Israele – non è andata bene, come hanno riferito i media. A metà pomeriggio, i dati segnalavano che solo 1.200 malati su 6.700 avevano votato. Insomma, la democrazia ‘socialmente distanziata’ – come è stata definita Israele in questa fase – non sembra almeno in questo caso aver funzionato.