di Daniele Bruno Bergonzi

Annamaria è una mia cuginetta nata 8 anni fa. Esattamente sono cugini di mia moglie che con tanti sacrifici cercano di crescere 3 figli con un solo e precario stipendio…ma con tanta voglia di donare a loro una vita e un futuro normale senza pretese ma con tanto amore e calore famigliare. Annamaria vive a Sarata Noua a 200 km da Chisinau la capitale della Moldavia. E’ bellissima sana e cresce a meraviglia e fin troppo vivace, vivace ma introversa, i genitori presto si accorgono che qualcosa non va, la bimba non risponde agli stimoli di gioco, non interagisce con i fratelli ma nemmeno con mamma e papà. Giorno dopo giorno cresce, si chiude sempre più in se’ stessa nel suo mondo senza dare il benché minimo segnale di essere presente al mondo attuale e che la circonda. I genitori sempre più in preda al panico, in cuor loro soffrono per Annamaria ma non si capacitano della situazione. La stimolano, le parlano, la coccolano ma senza alcun risultato, lei è assente assorta da quel mondo di cui è prigioniera e da cui non può scappare. Cresce, e come ogni bambino a volte fa i capricci, ma non sono capricci comuni, sono veri momenti di ribellione di urla morsi ai fratelli e graffi. Poi improvvisamente si calma, si siede, si guarda allo specchio si volta e china il capo, si strappa i bellissimi capelli biondi che la mamma con tanta cura e amore le ha lasciato crescere per renderla più bella che mai. Annamaria ovviamente viene prima iscritta alla scuola materna ma solo dopo il secondo giorno viene riaccompagnata a casa e allontanata per sempre dalla struttura. A quel punto i genitori sono disperati affranti e increduli e si rivolgono a medici specialisti in strutture sanitarie, i quali visitata la bimba e consultatisi tra loro emettono il verdetto …(crudo freddo senza alcuna pietà e soprattutto privo di fondamento) : demenza infantile…per Annamaria si prospetta un futuro agghiacciante l’abbandono da parte dei genitori in un istituto psichiatrico infantile e la perdita della patria potestà. A questo punto (arrivo al dunque) vi spiego perché ho deciso di scrivere queste righe e di chiedere la vostra attenzione…IO NON CI STO’, non ci sto che la cataloghino come pazzia, non ci sto che i loro vicini la additino senza rispetto e senza dignità, non ci sto che tutti e dico tutti se ne lavino le mani con una semplice catalogazione denigratoria. E’ un sopruso alla sua infanzia, al suo diritto di essere serena.
Ora, La demenza infantile di cui è affetta Annamaria non è null’altro che il disturbo disgregativo dell’ infanzia chiamato anche sindrome di Heller o psicosi disintegrativa, un disturbo pervasivo dello sviluppo raro ed estremamente grave noto con il nome di AUTISMO…grave disturbo del neuro sviluppo che in chi ne è affetto compromette le capacità di interazione e comunicazione sociale, in Italia patologia studiata da tempo è riconosciuta mentre al suo paese purtroppo NO. Eccomi quindi ad intraprendere questa nuova sfida aiutare la piccola Annamaria e la sua famiglia ad avere una diagnosi giustificativa seria ed attendibile da un equipe di medici i quali pronunciandosi potrebbero cambiare le sue sorti… Ebbene se riusciranno a produrre un documento di valenza internazionale nel loro stato, e nel loro piccolo paese Annamaria potrebbe essere finalmente seguita da un insegnante di sostegno per proseguire gli studi e renderla il più possibile integrata e rispettata. Le spetta questo diritto perché nessuno al mondo può levarle la gioia di vivere giocare crescere amata e rispettata. Questo è quanto cari amici, lettori, conoscenti che vi imbatterete in queste righe …io ci provo e più siamo più riusciremo a dare dignità alla piccola Annamaria.

Ciò che abbiamo fatto solo per noi stessi muore con noi. Ciò che abbiamo fatto per gli altri e per il mondo resta ed è immortale.
(Harvey B. Mackay)

GRAZIE DI CUORE, DANIELE

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