
Conviene essere anziani in Veneto e cinquantenni in Campania. Almeno se l’obiettivo è quello di aver ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid. La statistica sull’andamento della campagna anti coronavirus, scomposta per regioni e per fasce di età mostra un’Italia dalla fisionomia non uniforme. E se le classi anagrafiche più esposte al rischio di contagio sono ormai quasi ovunque largamente coperte dai farmaci, scendendo di età la mappa mostra ancora discrepanze. Riguardo agli over 80, come detto, è il Veneto a strappare la palma dell’eccellenza essendo riuscito a immunizzare oltre il 95% degli interessati. Al capo opposto la Calabria che è riuscita a coprire dal rischio solo il 73,7% della sua popolazione. Tra i settantenni spicca il dato di Lombardia e Veneto, unici territori ad aver varcato la soglia dell’80%. Qua e là comincia a raggiungere cifre significativa anche la fascia degli under 60, con la Campania a tirare il gruppo grazie al suo 36%.
Se si prende invece in esame l’uso che le Regioni fanno dei vaccini a seconda del marchio (statistica però non compresa nel grafico), Pfizer risulta di gran lunga il farmaco più largamente usato da Nord a Sud: tutti i territori hanno utilizzato le dosi messe a loro disposizione con una percentuale che oscilla tra il 94 e il 99%. Meno «piatto» il panorama riguardante Astrazeneca con alcune regioni che hanno nei frigoriferi una quota rilevante del vaccino anglo-svedese. Spiccano in particolare il basso numero di dosi consumate in Sicilia (57%), Basilicata (62), Calabria (65) e Provincia autonoma di Trento (57).