Il Rapporto confronta i dati dei primi sei mesi del 2021 con lo stesso periodo dello scorso anno. L’Agenzia delle Nazioni Unite afferma che il numero effettivo di morti potrebbe essere molto più alto poiché diversi naufragi non vengono segnalati e altri sono difficili da verificare Tweet Migranti. 68 sbarcano nel Salento. Oggi preghiera in tutte le chiese italiane Migranti, localizzato relitto naufragio Lampedusa e corpi Migranti. Tunisia, almeno 21 corpi trovati al largo di Sfax La risoluzione della maggioranza approvata alla Camera: navi portino i migranti nei propri porti 14 luglio 2021Nei primi sei mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2020, è più che raddoppiato il numero di migranti e rifugiati morti durante il tentativo di raggiungere l’Europa via mare. E’ quanto emerge da un rapporto dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), in cui si precisa che tra gennaio e giugno sono morte almeno 1.146 persone, mentre nello stesso periodo del 2020 i morti erano stati 513. Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite, il numero dei migranti che attraverso le rotte marittime ha cercato di raggiungere l’Europa è aumentato del 56%. La rotta del Mediterraneo centrale tra Libia e Italia è stata la più mortale, con 741 vittime accertate. La seconda più pericolosa è stata la rotta nell’Atlantico tra l’Africa occidentale e le Isole Canarie, dove sono morte almeno 250 persone. Altre 149 persone sono morte sulla rotta del Mediterraneo occidentale verso la Spagna ed almeno sei sulla rotta del Mediterraneo orientale verso la Grecia. L’Oim afferma che il numero effettivo di morti potrebbe essere molto più alto poiché diversi naufragi non vengono segnalati e altri sono difficili da verificare, mentre le ong hanno avvertito che l’assenza di navi di ricerca e soccorso governative, in particolare nel Mediterraneo centrale, rende più pericolosi i viaggi dei migranti. I governi europei, dal canto loro, fanno sempre più affidamento e supportano i Paesi nordafricani per gestire le operazioni di ricerca e soccorso. La Tunisia – prosegue il rapporto – ha aumentato tali operazioni del 90% nei primi sei mesi del 2021, mentre le autorità libiche hanno intercettato più di 15mila persone dirette in Europa, tre volte in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Più di 15.300 migranti sono stati rimpatriati in Libia nei primi sei mesi del 2021, quasi tre volte di più rispetto allo stesso periodo del 2020 (5.476) si legge ancora nel rapporto. La situazione si sottolinea è “preoccupante, dato che i migranti che vengono rimpatriati in Libia sono soggetti a detenzioni arbitrarie, estorsioni, sparizioni e atti di tortura”. Il rapporto mostra un aumento per il secondo anno consecutivo delle operazioni marittime da parte degli stati nordafricani lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

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