Putin ha sottovalutato l’Ucraina, l’Europa e gli Stati Uniti ma non può ammetterlo. Il suo impero è debole, umiliato, nel caos, e questo lo rende sempre più pericoloso

Se state sperando che l’instabilità che la guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina ha scatenato nei mercati globali e in geopolitica abbia raggiunto il suo picco, fareste meglio a ricredervi. Non abbiamo ancora visto niente. Aspettate di vedere che cosa accadrà quando Putin capirà una volta per tutte che l’unica possibilità rimastagli in Ucraina è come perdere, se subito e con una piccola disfatta e una piccola umiliazione o più avanti, con una grande sconfitta e una umiliazione gigantesca.

Continua l’avanzata dei russi in Ucraina, pur rallentata dalla resistenza dell’esercito di Kiev e della popolazione locale. Con la guerra che è entrata nel 18° giorno, Mosca sta mettendo sempre più nel mirino gli scali militari e i convogli di armi. Come scrive oggi il Corriere della Sera, l’esercito russo è arrivato a 25 chilometri dalla Capitale. Ha lanciato ordigni sugli aeroporti nelle città occidentali, Lutsk e Ivano-Frankivsk, così da interrompere l’arrivo delle armi dall’Occidente, e sabato ha bombardato uno scalo militare a sud di Kiev. Nel mirino anche lo scalo Antonov di Hostomel.

L’attacco a Yavoriv

Oggi, 13 marzo, l’esercito russo ha lanciato 30 razzi contro la struttura militare di Yavoriv, centro internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza, vicino al confine polacco. La base in passato ha ospitato esercitazioni della Nato. Il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha detto: «Abbiamo messo in guardia gli Stati Uniti: inviare le armi in Ucraina, anche attraverso altri Paesi, è una mossa pericolosa e può trasformare i convogli in obiettivi legittimi». Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere che sono 1.300 i militari ucraini morti in 17 giorni. Numeri che, però, non possono essere confermati. Secondo le stime dell’Occidente, inoltre, sarebbero 6 mila i militari russi deceduti dallo scoppio della guerra il 24 febbraio; 31 i battaglioni tattici russi messi ko. Ma, anche in questo caso, è difficile accertare la correttezza di queste informazioni.

LE MENZOGNE DI PUTIN

Vladimir Putin sta, inoltre, combattendo una guerra all’ordine della menzogna. Lui è fermamente convinto che l’Ucraina sia costruzione dei comunisti e dell’Unione sovietica, che non ha statalità. L’Ucraina non è una nazione, non è un vero popolo e gli abitanti di Kiev, Kharkiv e Leopoli bramano a essere governati da Mosca. Ma l’Ucraina è un paese con mille anni di storia. Kiev nasceva quando Mosca non era nemmeno un villaggio.

UNA GUERRA STUDIATA A TAVOLINO

L’attacco di Putin in questi ultimi mesi era solo un’ipotesi. Mai avremmo pensato che il leader russo toccasse così il fondo. Sicuramente prima di dichiarare guerra all’Ucraina, era da tempo che Putin si studiava a tavolino l’aggressione al popolo ucraino. Putin, prima di tutto, sapeva che l’esercito russo dal punto di vista militare sfida l’Ucraina. Sapeva che la Nato non avrebbe mandato truppe ad aiutare l’Ucraina. Sapeva che la dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal gas russi avrebbe fatto tentennare Paesi come la Germania all’idea di imporre rigide sanzioni.

Il suo obiettivo, quindi, è prendere Kiev, creare un governo fantoccio e superare le sanzionioccidentali. Pare, infatti, che al leader russo non impauriscano le sanzioni. Le sue ambizioni geopolitiche hanno sempre sfidato la situazione economica.

Ma gli ucraini accetteranno mai di sottostare a un regime imposto da Mosca?